Administrative Law / Droit administratif
Italy / Italie
Benedetto Cimino
The chronicle describes the administrative reforms in Italy in the first three years of the fourth Berlusconi government (2008-2010). In this period, a broad programme of interventions has been launched; in particular: the fiscal federalism, to grant financial autonomy to the regions and municipalities; the reform of public employment, to limit the influence of unions and to encourage employee productivity; a package of procedural simplifications for the initiation of economic activities; the codification of the administrative process; the privatisation of local public services; the reform of the university, research evaluation and recruitment of teachers. However, the implementation of these ambitious reforms is proving slow and difficult; this is for three reasons: the political weakness, that has affected the parliamentary majority; the economic crisis, that has forced the government to scale back or postpone the spending programmes; the lack of coherence and coordination between various public policies and a lack of shared priorities and objectives.
Le Cronache descrivono le riforme amministrative in Italia negli anni 2008-2010, coincidenti col primo triennio del IV Governo Berlusconi. Nel periodo considerato, è stato avviato un ampio programma di interventi; si segnalano, in particolare: il c.d. federalismo fiscale, per concedere maggiore autonomia finanziaria alle regioni e ai comuni; la riforma del pubblico impiego, per limitare l’influenza dei sindacati sulle scelte organizzative e incentivare la produttività del personale; un pacchetto di semplificazioni procedurali per l’avvio di attività economiche; la codificazione del processo amministrativo, prima regolato da una disciplina frammentaria; la privatizzazione dei servizi pubblici locali; la riforma dell’università, della valutazione della ricerca e del reclutamento dei docenti. L’attuazione di queste ambiziose riforme, tuttavia, si è dimostrata lenta e difficile, per tre ordini di ragioni: la debolezza politica e gli scandali che hanno interessato la maggioranza parlamentare; la crisi economica, che ha costretto il governo a ridimensionare o rinviare i programmi di spesa; la carenza di organicità e di coordinamento tra le varie politiche pubbliche e la scarsa condivisione dei presupposti e degli obiettivi da perseguire.