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Il Diritto alla Buona Amministrazione
Author(s)
Sabino Cassese
Pages
11
2009/ Vol. 21, No. 3, (73)
Type
Digital edition
5.00 €

Il diritto alla buona amministrazione

(The Right to Good Administration)

Sabino Cassese

Professore alla Scuola Normale Superiore di Pisa,
Giudice della Corte Costi­tu­zionale della Repubblica Italiana

 

On February 2, 2000, the European Ombudsman Jacob Söderman noted that in­cluding the right to good administration in the Charter of Fundamental Rights of the European Union would have a significant impact on all present and future EU Member States. This right has been effectively included in the Charter (Art. 41), so it seems appropriate to ask what it means. In the two centuries during which the con­cept of good administration was born and developed, this right has passed through various stages, from one in which the administration has been considered free from constraints, to the last in which the national dimension of administrative acts finds a broad constitutional recognition, with global and supranational rele­vance. In this last phase is included, for example, the duty of care and the obliga­tion to decide in a reasonable time on part of the administration: both principles are now enshrined in the Charter of Fundamental Rights of the European Union. From a comparative analysis, indeed, a fact emerges as significant: the impact of good gov­ernance is greater at the ultra-national than at the national level, because the ac­tors involved are many. It is also interesting to note the development of the scope of good governance, a right which by a means for ensuring the effectiveness of pub­lic power, has slowly evolved into a means for ensuring that citizens are de­fended by the public authority itself. An evolution that, in line with the values of progress carried out by European Union, the European Ombudsman Söderman pre­dicted with far-sightedness.

 

Il 2 febbraio 2000, il mediatore europeo Jacob Söderman osservava che l’inclu­sio­ne del diritto alla buona amministrazione nella Carta dei Diritti Fondamentali del­l’Unione Europea, avrebbe avuto un notevole impatto su tutti i membri dell’Unio­ne, presenti e futuri. Tale diritto è stato effettivamente incluso nella Carta (art. 41), cosicché sembra opportuno chiedersi cosa esso significhi. Nei due secoli di nascita e sviluppo del concetto di buona amministrazione, tale diritto è passato attraverso va­rie fasi, da quella in cui l’amministrazione era considerata libera da vincoli, al­l’ul­tima in cui la dimensione nazionale degli atti amministrativi trova un ampio ri­co­noscimento a livello costituzionale, con rilevanza globale e sopranazionale. In quest’ultima fase si colloca, ad esempio, il dovere di diligenza e l’obbligo di deci­dere in un tempo ragionevole dell’amministrazione: principi entrambi sanciti ormai nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea. Da un’analisi comparata, in ogni caso, emerge un dato significativo: l’impatto della buona amministrazione è maggiore a livello ultranazionale che nazionale, giacché i soggetti coinvolti sono molteplici. Interessante risulta anche notare lo sviluppo della portata della buona am­ministrazione, un diritto che da mezzo per assicurare l’efficacia del potere pub­bli­co, si è lentamente evoluto in strumento per assicurare ai cittadini la difesa dal potere pubblico stesso. Un’evoluzione che, in linea con i valori di progresso portati avanti dall’Unione Europea, il mediatore europeo Söderman aveva previsto con lungimiranza.

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